PERCHÈ CONTATTARE UNO PSICOLOGO - Dubbi e domande sulla nostra professione

Questa è una domanda che alle persone capita spesso di porsi, ma alla quale, purtroppo, difficilmente riescono a dare una risposta reale e obiettiva.
Ciò accade per colpa di un mix letale di pregiudizi, mancate conoscenze e paura. 
Questa situazione è dovuta principalmente dal fatto che da tempo, i media come cinema e televisione, hanno sempre descritto lo Psicologo come una figura che si occupa solo di trattare le forme più gravi di disagio mentale o che si limita semplicemente ad ascoltare. Niente di più falso. Lo Psicologo lavora in una miriade di ambiti diversi, e, in base alla sua formazione, è capace di aiutare le persone ad affrontare le situazioni più svariate della loro vita. In questo articolo, cercherò di rispondere ad alcune delle domande che le persone tendono a porsi più frequentemente sugli Psicologi e sul tema della Salute Mentale, cercando di sfatare per quanto possibile i miti ed i pregiudizi verso la nostra professione.

"Non sono pazzo/Sto bene, perché dovrei andare dallo psicologo?

Questa è in assoluto la domanda che più di tutte ci capita di ascoltare. Innanzitutto la "pazzia" come concetto generale non esiste. Esistono diverse patologie o disturbi mentali gravi e specifici che possono portare l'individuo a mettere in atto comportamenti visti dall'esterno come strani, imbarazzanti o addirittura pericolosi. Bisogna ricordarsi però, che questa non è altro che una persona che soffre, che va aiutata, e non esclusa, punita o rinchiusa. Detto ciò, aiutare questa tipologia di pazienti è solo uno dei molteplici ruoli che può ricoprire uno Psicologo o  uno Psicoterapeuta (la differenza tra queste due figure verrà spiegata più in seguito).
Come ci si reca dal Medico di base non solo per patologie gravi ma anche per dubbi, fastidi o piccoli problemi, così lo Psicologo può aiutare la persona anche solo a superare un momento difficile o semplicemente ad affrontare più serenamente le sfide quotidiane. Ci si può rivolgere a noi, ad esempio, per imparare a combattere e gestire l'ansia, per superare un lutto, per superare problemi legati allo studio, per migliorare le proprie capacità relazionali, per potenziare le proprie abilità a risolvere problemi e prendere decisioni, e altro ancora. Oltre a tutto questo, gli Psicologi possono occuparsi anche di molto altro; c'è chi si occupa di selezione del personale, chi di marketing, chi di sostegno agli anziani o di supporto genitoriale. Una persona può rivolgersi ad uno Psicologo anche per avere maggiori informazioni circa la sua personalità o determinate caratteristiche come l'attenzione, il ragionamento etc. Lo Psicologo, infatti, tramite appositi test può ad esempio creare un profilo della tua personalità o calcolare il tuo Q.I.
Quindi, non è necessario stare male o avere problemi gravi per rivolgersi ad uno psicologo; a volte, un piccolo aiuto, anche quando pensiamo di non averne bisogno, può fare la differenza.

"Che differenza c'è tra psicologi, psicoterapeuti e psichiatri?"

Queste 3 figure si differenziano in base al percorso formativo seguito, e quindi alle aree di intervento e alle metodologie/tecniche utilizzate. Gli Psicologi sono tutti coloro i quali hanno conseguito una Laurea Magistrale in Psicologia (delle diverse tipologie ne parleremo dopo) e che dopo aver superato l'Esame di Stato si sono iscritti all'Albo degli Psicologi della propria regione. Si occupano di una moltitudine di attività diverse, descritte nella risposta alla domanda precedente, possono utilizzare diversi metodi e tipologie terapeutiche ma NON la Psicoterapia, la quale è un' esclusiva degli Psicoterapeuti. Per diventare uno Psicoterapeuta, uno Psicologo (o anche un medico) deve iscriversi ad una delle diverse tipologie di Scuola di Psicoterapia e portare a termine il percorso. Ogni scuola segue una filosofia di pensiero differente, e perciò si occupa di problemi diversi con metodologie differenti.  
Infine, gli 
Psichiatri sono coloro che hanno conseguito una Laurea in Medicina e Chirurgia e una specializzazione post-laurea in Psichiatria. Gli psichiatri inoltre possono anch'essi conseguire un Diploma in Psicoterapia ed operare come Psicoterapeuti.
"Ma quali sono le differenza tra uno psicologo/psicoterapeuta ed uno psichiatra?"
La differenza più importante e sostanziale tra le due professioni riguarda l’oggetto di studio e di intervento. Lo Psichiatra si occupa di quegli aspetti dei disturbi mentali che pesano sul sistema fisico dell’essere umano. Lo Psicologo, invece, guarda gli aspetti emotivi e cognitivi del disturbo mentale. In altre parole, lo Psichiatra richiede e valuta esami medici e prescrive farmaci. Lo Psicologo invece non può prescrivere farmaci, ma utilizza strumenti di intervento come il colloquio, la somministrazione di test e diverse forme terapeutiche. Entrambe le figure, se abilitate, possono inoltre mettere in pratica interventi di psicoterapia.
Perciò, in molti casi possono collaborare, per poter affrontare e risolvere il problema del paziente sia dal lato medico che da quello psichico. 

"Ma che cos'è la psicoterapia?"

La Psicoterapia, in poche parole, è un insieme di metodologie e buone pratiche, proprie di ogni Scuola, utilizzate per cercare di migliorare la persona apportando in lei un cambiamento, e avente come focus i disturbi psichici, come depressione, ansia etc.  
Si avvale di numerose tecniche specifiche, in base alla tipologia di orientamento teorico. 
Tra quelli più comuni possiamo nominare l'orientamento Cognitivo-Comportamentale, il Sistemico-Relazionale, il Funzionale, l'Umanistico, la Gestalt etc.

"Psicoterapeuta e Psicanalista sono sinonimi?"

No, non lo sono. Anche questo è un dubbio comune, infatti spesso le persone tendono a confondere ed accomunare i termini "Psicoterapeuta" e "Psicanalista". Nonostante siano entrambe delle forme di intervento attuabili solo da psicologi o medici che abbiano frequentato la relativa scuola di formazione ed abbiano entrambe i disturbi psichici come focus dei loro interventi, la Psicanalisi affonda le sue radici nella teoria Freudiana e si distingue enormemente dalle altre forme di psicoterapia, ad esempio per la frequenza e durata delle sedute, per la modalità di interazione terapeuta – paziente e per strategie di intervento. 

"Gli Psicologi e gli Psicoterapeuti sono tutti uguali?"

Assolutamente no. Come detto precedentemente, in base alla loro formazione, gli psicologi possono utilizzare approcci e metodologie diverse per affrontare uno stesso problema, oppure possono essere formati e più capaci a trattare determinate aree piuttosto che altre. In Italia esistono molti  corsi di Laurea in Psicologia, i quali orientano e formano professionisti in aree molto diverse tra loro.
Io, ad esempio, ho conseguito una Laurea in Psicologia Scolastica e di Comunità, perciò ho frequentato un corso che si concentrava su due aree in particolare: quella legata alla Scuola e quindi ai bambini e ragazzi, e quella legata alla Comunità, intesa sia come collettività che come contesti in cui le persone si trovano a vivere o a lavorare insieme, dagli enti locali fino a realtà rieducative e carcerarie.
Altri esempi di corsi tra i più seguiti possono essere quelli in Psicologia Clinica, Psicologia del Lavoro, Neuropsicologia, Criminologia etc.
Per quanto riguarda gli Psicoterapeuti, invece, anche loro si dividono in svariate tipologie in base alla Scuola di appartenenza. Ne esistono veramente tante, ed ognuna utilizza metodi e strumenti differenti, oltre ad avere un diverso approccio rispetto al disturbo e al paziente stesso. Io personalmente mi sto formando come Psicoterapeuta presso una Scuola di impostazione Cognitivo-Comportamentale con Orientamento Costruttivista ed Evolutivo. Per chi è estraneo a studi psicologici, questi termini specialistici, come molti altri, possono risultare incomprensibili. In realtà, la spiegazione è più semplice di quel che sembra. Questa scuola si basa su una tipologia specifica di Psicoterapia definita "Cognitivo-Comportamentale", che possiede caratteristiche peculiari come la breve durata degli interventi ed il focus sul riconoscere e modificare particolari modalità patologiche di pensiero. I due orientamenti, Costruttivista ed Evolutivo, invece, si riferiscono al fatto che il primo considera l'individuo un soggetto attivo che forma pensieri e prova emozioni che guidano le sue azioni (e quindi non un mero strumento passivo che si limita a dare specifiche risposte in base a determinati stimoli), mentre il secondo pone le esperienze di vita passate turbanti (soprattutto quelle legate all'infanzia) come elemento principale delle cause di scompenso.
Inoltre, tutti i professionisti precedentemente citati, possono continuare a formarsi in ambiti specifici attraverso Corsi e Master; nel mio caso, per il momento, ho seguito un Corso sulle Tecniche di gestione dell'ansia ed uno sull' Interpretazione di test grafici proiettivi carta e matita.

"Come faccio, tra tutte queste figure, a capire qual è la più adatta a me?"

Come spiegato precedentemente, bisogna scegliere in base al motivo che ci porta a rivolgerci a questi professionisti; in ogni caso, l'etica della professione impone  durante i primi incontri di spiegare per bene al paziente il proprio orientamento ed eventualmente, dopo averne compreso il problema, indirizzarlo verso altri professionisti più indicati per aiutarlo.

"Non vado dallo psicologo perché non voglio che mi imbottisca di medicine o mi rinchiuda in un reparto psichiatrico"

Contrariamente all'opinione comune, lo psicologo NON può prescrivere medicine, in quanto solo i medici possono farlo.
"Quindi è lo psichiatra che mi imbottisce di medicine?" No, nessun professionista onesto prescriverebbe delle medicine che non siano indispensabili e che non impattino nel modo minore possibile sulla vita dell'individuo. Per determinate tipologie di disturbi, un aiuto farmacologico è indispensabile o fortemente consigliato, soprattutto in abbinamento ad un percorso di Psicoterapia.
Come a volte un medico di base si trova a dover prescrivere farmaci per contrastare, ad esempio, un'influenza o un' infezione, così lo Psichiatra può ritenere utile far seguire al paziente una determinata cura farmacologica.
"Ma quelle medicine sono diverse, ti intontiscono e ti cambiano, se inizi a prenderle poi non sei più tu!" Anche questo è un pregiudizio dovuto ad informazione errate. E' vero che alcuni psicofarmaci, soprattutto nei primi tempi, possono dare effetti collaterali come intontimento o stanchezza (così come ogni altro farmaco può avere effetti collaterali più o meno gravi), ma, se assunti regolarmente e secondo le indicazioni del medico, è una condizione temporanea e non va ad influire in nessun modo sulla personalità degli individui. Per quanto riguarda invece la paura di essere "rinchiusi" in un reparto psichiatrico, innanzitutto questo non è come la maggior parte delle persone se lo immagina (la colpa anche questa volta è dei media), ma al contrario è un normalissimo reparto di un ospedale dove si recano o vengono mandate quelle persone che hanno bisogno di un controllo costante per un breve periodo di tempo. La permanenza in questi reparti infatti, è breve e funzionale a raggiungere il benessere del paziente.

"Non sono debole, posso cavarmela da solo!"

Spesso, molte persone, nonostante si trovino a vivere una situazione problematica o di disagio, non chiedono aiuto a nessuno cercando di cavarsela da soli. Questo porta il più delle volte ad un peggioramento del problema e di tutti i sintomi ad esso associati. Sono molti coloro i quali ritengono che chiedere aiuto sia un segno di debolezza, ma non è assolutamente così. Chiedere aiuto e quindi ammettere di non potercela fare da soli è un passo molto difficile da fare, bisogna essere coraggiosi per esternare i propri problemi ed affidarsi al sostegno degli altri. Per questo motivo, chiedere aiuto non è una forma di debolezza, ma al contrario è indice di estrema forza e coraggio.
Cercare a tutti i costi di cavarsela da soli, spesso non ci permette di affrontare il problema con lucidità o di trovare soluzioni nuove e diverse. Questo porta in molti casi le persone a soccombere al proprio male o a contattare uno Psicologo/Psicoterapeuta solo quando ormai la situazione è degenerata ed è diventata gravissima, rendendo molto difficile anche per il clinico riuscire a dare un aiuto concreto.
Come per una malattia, ad esempio un'influenza, se si chiede subito aiuto al medico e si agisce tempestivamente ci sono molte chance di guarire e di lasciarsi in fretta il problema alle spalle senza ripercussioni di ogni sorta. Invece, se si aspetta che la malattia degeneri in polmonite prima di rivolgersi al medico, è possibile che lui non possa più far niente per curarla oppure che, anche se curata, lasci il paziente con evidenti segni e danni alla salute.

"Perché dovrei pagare qualcuno che si limita solo ad ascoltare?"; "Lo psicologo costa troppo!"; "Come può curarmi solo con le parole?"

Per prima cosa, la fase del pagamento non serve solo a permettere allo Psicologo/Psicoterapeuta di guadagnare ciò che gli serve per vivere, ma anche di sostenere numerose spese che si trova ad affrontare per poter portare avanti la sua professione. Ne sono un esempio l'affitto dello studio, i test (che possono arrivare a costare anche migliaia di euro), l'assicurazione, le tasse, il fondo pensione etc. Inoltre, in ambito terapeutico, il pagamento serve a dare valore a ciò che si sta facendo e a responsabilizzare il cliente/paziente, in modo che si ponga nella modalità migliore per sfruttare ed utilizzare ciò che il professionista fa.
Come accennato precedentemente, lo Psicologo/Psicoterapeuta non si limita ad ascoltare, come potrebbero far intendere certi film o serie tv, ma, oltre all'ascolto, utilizza una moltitudine di tecniche e strumenti diversi in base al problema che gli si pone davanti.
E' compito di ogni buon professionista spiegare al paziente, durante la prima seduta, il proprio orientamento clinico e le tecniche/metodologie che è solito utilizzare.


Hai altri dubbi o domande? Non esitare a contattarmi, risponderò nel più breve tempo possibile!








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